Nasce con una chiara e precisa intenzione, proprio legata alla memoria delle vittime omosessuali del Nazismo e alla comunità LGBTQ+, e questo conferisce un valore e una specificità che non devono essere confusi con altre rappresentazioni.

Beata Vergine Maria,
Madre d’amore, stringimi a Te e non lasciarmi mai. Nel nome e per amore del Padre Celeste, che ci ha donato Gesù per mezzo Tuo, Tu che puoi intercedere presso di Lui, non abbandonarmi mai.
Stringimi, o Madre, ho bisogno del Tuo cuore immacolato. E come Gesù porge a Te, Madre, i due cordoncini, simboli di amore e speranza per tutte le coppie omosessuali, stringili anche per me.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
La Madonna degli Omosessuali
Un Simbolo di Lotta, Speranza e Resistenza
La Madonna degli Omosessuali di Raffaele Ciotola non è semplicemente un’opera d’arte: è una dichiarazione di guerra contro l’omofobia, una rivendicazione per ogni persona che ha lottato, sofferto, e si è sentita emarginata a causa della propria sessualità. È l’icona sacra e profonda che non ha paura di affrontare i tabù e sfidare chi vuole continuare a nascondere l’umanità delle persone LGBTQ+ dietro pregiudizi e ignoranza.
Questo dipinto è la risposta a chi ha cercato di annullare l’identità e la dignità di chi ama in modo diverso. È il manifesto di un movimento che ha trovato in Raffaele Ciotola una voce coraggiosa e chiara. La Madonna degli Omosessuali non è una Madonna come le altre, e non deve essere trattata come tale. È esclusivamente un simbolo di accoglienza e di giustizia per le persone LGBTQ+, che finalmente hanno una figura religiosa che non li esclude, che li ama per quello che sono.
Questa Madonna non nasce dal nulla: è la risposta a un bisogno profondo di riconoscimento e dignità, un atto di fede e amore verso chi è stato scacciato dalle chiese, dalle famiglie, dalla società. Un’icona che grida contro l’oscurità dell’omofobia e delle violenze subite dalla comunità LGBTQ+, non solo nel passato, ma ancora oggi, in ogni angolo del mondo.
La Madonna degli Omosessuali è una Madonna che parla di sofferenza, ma anche di resistenza e di libertà. È l’opera che celebra i martiri, le vittime omosessuali del nazismo, e tutta la comunità LGBTQ+ che ha sofferto, ma che non è mai stata sconfitta. Non è un simbolo che deve piacere a tutti, non è pensata per chi ha paura del cambiamento, del diverso, dell’amore libero. È per chi lotta per un mondo più giusto e più umano, per chi sa che la spiritualità e l’amore incondizionato non conoscono confini di genere o sessualità.
Questa non è un’opera di provocazione vuota, ma un grido di verità, un’azione artistica che non ha paura di sfidare le convenzioni. È un simbolo che non può essere ignorato, non può essere ridotto a un “gioco” o a un errore. La Madonna degli Omosessuali è un atto di resistenza contro ogni forma di odio, un abbraccio aperto e senza condizioni per ogni persona che ha vissuto il peso del rifiuto. È il segno che la comunità LGBTQ+ ha diritto a essere venerata e rispettata, con la stessa dignità di chiunque altro.
E non deve essere messa in discussione, né oscurata da leggende antiche che non parlano della nostra realtà, della nostra lotta. La Madonna degli Omosessuali è nostra, è per noi, e la sua missione è chiara: includere, abbracciare e liberare chi è stato messo ai margini. La sua forza è la nostra forza. Non permettiamo che venga messa da parte. La sua potenza è quella di chi finalmente non ha paura di essere se stesso, di essere visto, sentito e amato.
"La Madonna degli Omosessuali e il gesto di Gesù che porge i cordoncini, ciascuno con il simbolo delle coppie gay maschili e femminili," non devono essere visti come un attacco alle rappresentazioni religiose tradizionali, ma come una chiamata a un dialogo più inclusivo, una riflessione profonda sulla spiritualità e sui diritti di tutte le persone, senza distinzione di genere, orientamento sessuale o identità.